Francesco Ghirelli, presidente della Lega Pro, presente alla cerimonia per i 59 anni della Rappresentativa di Lega Pro, nata il 22 maggio 1960, è così intervenuto ai microfoni di da TuttoC.com:
Per l'ennesima volta ci troviamo ad attender sentenze Coni, Figc. Aspettarsi il rispetto delle regole sembra quasi passato di moda.
"Le regole le abbiamo fatte, alcune già entrate in vigore, altre che entreranno in vigore il 24 di giugno. In questo mese definiremo il Codice di Giustizia Sportiva. Il percorso è stato compiuto. Ci troviamo però di fronte per la seconda volta di fronte ad un atto del genere. Se i centomila che sono andati allo stadio in questi playoff si son rotti le scatole, spero se ne tenga conto. Perché quei centomila vorrebbero vedere che le cose si risolvano sul terreno di gioco e non nelle aule. Io mi auguro che il Collegio di Garanzia del Coni e la Corte Federale d'Appello abbiano chiaro cosa comporti una discussione del genere, ovvero la credibilità del calcio italiano. Che c'è voluta l'ira di Dio in questi sette mesi per recuperarla. Per portare da parte nostra un campionato a compimento sul quale è meglio sorvolare, e portare a regime un insieme di regole. Quei centomila ci hanno dato altro credito, che vogliamo portare avanti con le partite. Perché se io vado allo stadio e qualcun altro decide diversamente in aula di tribunale, c'è il rischio che stacchiamo la spina e restiamo da soli".
Ha avuto contatti con rappresentanti del Foggia o del Palermo per capire la situazione?
"In Consiglio Federale ho assunto una posizione chiara, per non dire altro. Credo ci siamo bisogno di rispetto nei confronti della città, della tifoseria, delle storie. Rispetto che ci vuole nei confronti anche degli altri. Tutto deve restare sul terreno di gioco. Bisogna ricorrere alle aule di tribunale quando la situazione è irreversibile. Bisogna avere rispetto per quei centomila, altrimenti li perdiamo".
In questo senso la possibolità del ricorso al TAR del Lazio andrebbe tolto dalla disponibilità delle società in modo tale da tenere tutto all'interno della giustizia sportiva, piuttosto che rivolgersi alla giustizia ordinaria?
"In passato la svolta c'è stata con la famosa vicenda del Catania di Luciano Gaucci. La gerarchia delle leggi statuali è superiore alla giustizia sportiva, prima ci si fermava con un patto non scritto alla giustizia sportiva. Ma cambiano le società, che diventano società per azioni, le attività di calcio diventano prioritarie rispetto alle aziende. E lo status calcistico acquisisce un livello superiore. Non credo torneremo indietro rispetto a questa situazione. Mi piaceva andare a vedere le partite con mio padre, quel calcio lì, ma non c'è più. Servono delle regole che funzionano, nel rispetto delle città, delle comunità. Non si può impedire il ricorso alla giustizia ordinaria".
Riguardo alle seconde squadre, la Juventus sta pensando ad un impianto dedicato. Ma ci saranno altri club che aderiranno al progetto?
"Le seconde squadre nascono sulla base del fatto che devono essere un altro assett per rafforzare la Nazionale italiana. Non possiamo impedire ai nostri nipoti di poter avere la stessa gioia che noi abbiamo provato in Spagna o in Germania. Devo misurarmi con questa cosa, poi vedremo se funzionerà o meno. Noi abbiamo dato la disponibilità di lavorare in questa direzione. Nei prossimi giorni la Federazione farà un bando di interesse per verificare la disponibilità. Le squadre di Serie A non si possono più trincerare dietro il fatto che non c'era accordo. Perché noi vogliamo tutelare le nostre squadre, ma contemporaneamente vogliamo vedere se l'esperimento funzionerà. La risposta ora deve venire dall'altra parte, perché da parte nostra non c'è chiusura".
C'è la possibilità che qualcuno aggiri la questione? Ad esempio il Bari che ha la stessa proprietà di un club di A.
"Io penso che la FIGC troverà un punto di incontro per le multiproprietà e tutto quello che ne consegue. Il presidente Gravina sono sicuro che lo affronterà con la stessa decisione con la quale ha iniziato il suo mandato. Per quanto riguarda le seconde squadre dovremo vedere se risponderanno e quante risponderanno e poi trarremo una conclusione".
Si è discusso molto sui casi Lucchese e Cuneo. Ad oggi, con le squadre che si affrontano nel playout, come si può commentare la loro stagione.
"Uno dei provvedimenti che ha fatto comprendere che si stesse cambiando e quello relativo alla riammissione. Cioè con il percorso della riammissione abbiamo istaurato il fatto che le società virtuose possano essere agevolate. Da questo punto di vista anche la vicenda Lucchese e Cuneo va inquadrata sotto questo punto di vista. Perché se ci saranno problemi di iscrizione i club virtuosi verranno riammessi. I tifosi di Lucchese e Cuneo hanno pagato un prezzo di sofferenza, i giocatori hanno dato una grande risposta sportiva. Ovviamente la vicenda è insopportabile per tutto il resto del campionato e su questo bisogna esser chiari e precisi. Vedremo se il 24 di giugno riusciranno ad iscriversi. Se non ci riusciranno verranno riammessi i club virtuosi così da non dar loro oltre il danno anche la beffa".
Qual è in questo ritorno del primo turno nazionale la gara più interessante da vedere secondo Francesco Ghirelli?
"E' difficile, ci sono tante gare belle. C'è un'Imolese-Monza con lo scontro tra una corazzata e la brillentezza dei romagnoli, che hanno gioco e capacità. Catania-Potenza anche quella è una bellissima partita, che vede opporsi una grande società e una matricola terribile, con un pubblico notevole. L'Arezzo ha fatto un bel risultato in casa ma la Viterbese ci proverà. La Carrarese nelle partite singole può vincere ovunque ma contemporaneamente il Pisa è in splendida forma, sarà un derby notevole. Su Catanzaro-Feralpisalò, i lombardi sono una società piccola ma con un presidente che ha un'ambizione enorme, mentre i giallorossi hanno fatto la storia del calcio italiano. In bocca in lupo a tutti anche se io sono di Gubbio e preferirei usare un'altra espressione".
Autore: Redazione TuttoPotenza / Twitter: @tuttopotenza
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