Una gara difficile, resa ancora più complicata dall'espulsione di Felippe e da alcune decisioni arbitrali quantomeno sfortunate. Il pareggio ha lasciato l'amaro in bocca al tecnico rossoblu Pietro De Giorgio, che nel giorno del suo compleanno avrebbe voluto festeggiare con una vittoria. Ci sarebbe anche riuscito, se un tiro, passato tra molte gambe dei difensori e con Guerra in una posizione quantomeno dubbia davanti ad Alastra, non si fosse insaccato, permettendo ai bianconeri di riequilibrare la partita che li vedeva in difficoltà nonostante la superiorità numerica. In sala stampa, si analizza quanto accaduto sul sintetico del Viviani
La partita. «Mi dispiace per il risultato, perché oggi abbiamo affrontato una squadra che, nelle ultime 12 partite, è stata la migliore per punti in classifica. Gli episodi ultimamente ci stanno girando contro: lo abbiamo visto con il Crotone, il Cerignola, il Trapani e con la Juve oggi. Sono state tutte partite di alto livello, giocate contro squadre forti, organizzate e aggressive, dove però i dettagli fanno la differenza. Ciò che mi è piaciuto è stata la reazione della squadra in dieci uomini: abbiamo mostrato carattere, correndo con grande intensità contro un avversario di qualità. Nonostante l'inferiorità numerica, non abbiamo rinunciato a giocare e i nostri attaccanti hanno dato tutto. Dispiace aver subito gol su un episodio dubbio, dopo essere andati in vantaggio. Tuttavia, dobbiamo vedere il bicchiere mezzo pieno: in dieci per gran parte della gara, siamo comunque riusciti a strappare un punto contro una squadra forte e a muovere la classifica, lasciandoci alle spalle quota 42. La squadra ha sempre lavorato bene, anche nei momenti difficili, e oggi la prestazione è stata importante sia per il morale che per dare continuità al nostro percorso. Vogliamo tornare a vincere e continuare a fare bene».
Una squadra che gioca per vincere. «In undici contro undici stavamo facendo una grande partita, prendendo le misure all'avversario. Nei primi dieci minuti abbiamo studiato il loro atteggiamento, dato che alternano due moduli: uno offensivo e uno più difensivo. Se avessero scelto il 4-4-1-1, avremmo cercato la superiorità numerica con i centrali; se invece avessero pressato con due attaccanti, saremmo andati sulle fasce per creare spazi. Dopo questa fase iniziale, abbiamo iniziato a prendere campo, costruendo azioni pericolose con Caturano e Rosafio.
L'inferiorità numerica ha inevitabilmente cambiato la partita: loro hanno sfruttato l’uno contro uno, mentre noi abbiamo cercato di mantenere equilibrio, consapevoli che abbassarci troppo avrebbe significato subire gol prima o poi. Per questo ho chiesto sacrificio agli attaccanti e, con Rosafio in grande giornata, abbiamo continuato a giocare palla a terra e attaccare la profondità. Ho inserito Schimmenti a sinistra senza togliere Rosafio, che ci ha dato qualità e personalità. L’azione del gol è stata costruita perfettamente, con un inserimento impeccabile.
Questa squadra ha una mentalità vincente: anche in dieci uomini ha sempre provato a giocare, alternando costruzione corta e lanci lunghi. Andiamo in campo per vincere, a volte ci riusciamo, a volte no, ma questa mentalità va portata avanti. Ed è ciò che mi piace di più».
Il campionato e la situazione di Taranto e Turris. «È una domanda difficile, e dispiace soprattutto per gli addetti ai lavori di quel club. So quanto sia complicato lavorare in una società in difficoltà. Il rischio è che il campionato ne risenta, alterando la classifica e l’equilibrio a 12 giornate dalla fine. Spero davvero che entrambe le squadre riescano a concludere la stagione, perché gestire una situazione del genere sarebbe molto complesso. Onestamente, non saprei cosa dire, perché mettersi nei panni di chi vive queste difficoltà non è semplice».
La formazione e le scelte. «Oggi, dopo l’espulsione, bisognava fare delle scelte, ma il coraggio di provare a vincere anche in dieci non deve mai mancare. Avevo la sensazione che Rosafio avesse preso le misure sull’avversario, quindi non volevo spostarlo. Ci mancava profondità sull’altro lato, motivo per cui ho inserito Schimmenti, più incline ad attaccare quello spazio. Ho confermato la formazione di Crotone perché volevo un segnale di reazione da parte di tutti.
Allenare è complicato perché bisogna comprendere i giocatori. So per esperienza che ci sono partite in cui fai la differenza e altre in cui fatichi. Quando un ragazzo sbaglia, è fondamentale stargli vicino, analizzare l’errore e lavorarci. Ad esempio, oggi Novella ha commesso alcuni errori iniziali che lo hanno condizionato, così ho inserito Riccio, più difensivo, e poi Luca, che in fase di possesso poteva darci più personalità nel palleggio.
Questa squadra sta facendo un grande campionato, con alti e bassi, ma il gruppo è composto da ragazzi eccellenti. Nei momenti di difficoltà, il mio compito è sostenerli e aiutarli a crescere».
Autore: Voceroca / Twitter: @tuttopotenza
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