Nella notte Paolo Trancassini, che tra l’altro è titolare de "La Campana", ristorante considerato il più antico di Roma, si è fatto male ad un piede dopo essere caduto a causa di mancamento mentre era in un bagno della Camera.

Ferito ma non domo, il deputato non solo non intende abbandonare la battaglia ma, incurante del dolore, è rimasto sul luogo dove è in corso il presidio permanente. Per non mancare a nessun appuntamento, Trancassini sta andando in giro per Montecitorio su una sedia a rotelle spinta dal collega Salvatore Caiata. Nelle prossime ore il deputato si sottoporrà ad un esame radiografico all'arto offeso per capire l’entità del danno. "Abbiamo dormito lì. Mi sono fatto male quando, verso le quattro, sono andato in bagno", ha raccontato Trancassini indicando i divanetti di uno dei corridoi che portano al Transatlantico. "Non ce ne andiamo e non smettiamo lo sciopero della fame fino a quando Conte non viene qui e ci dice che ritira le chiusure serali dei ristoranti", ha aggiunto il deputato ferito.

"La protesta di Fdi contro le chiusure anticipate previste dall'ultimo Dpcm era stata annunciata ieri dal deputato Salvatore Caiata, anche a nome dei suoi colleghi Paolo Trancassini e Riccardo Zucconi."Abbiamo deciso di cominciare uno sciopero della fame. Stiamo semplicemente anticipando quello che succederà ai nostri colleghi e chiediamo a Conte di venire immediatamente in aula. Finiscano le passerelle e cominci l'aspetto istituzionale nelle opportune sedi, e cioè il Parlamento. Ci aspettiamo che venga con le soluzioni", aveva annunciato Caiata in conferenza stampa. "Siamo increduli - ha aggiunto - di fronte a nuovo Dpcm che fucila un settore già in estrema difficoltà. Ci aspettavamo che non ci si accanisse contro un settore. Nulla viene detto su come questo settore possa essere ristorato". I deputati di FdI in sciopero della fame sono decisi a non arretrare di un millimetro per difendere ristoranti e imprese della filiera turistica. "Finché non avremo un segnale da Conte non termineremo questo sciopero e rimarremo qui a Montecitorio, nella sala del gruppo, a disposizione di segnalazioni e proposte".

Trancassini, invece, aveva spiegato che la protesta non è legata ad una questione politica: "È una battaglia di dignità e di prospettiva. Il nuovo Dpcm fucila un settore già in estrema difficoltà". Il problema è l'assenza di una strategia precisa, gravata dalla tendenza a colpire le attività produttive. "E in più il governo - ha aggiunto - non fa e non dice nulla sui trasporti, dove avvengono tanti contagi di persone che vanno a scuola o al lavoro. Il Dpcm colpisce chi produce, tutta la filiera della ristorazione, dell'ospitalità e del turismo. La gente adesso ha veramente paura del futuro, perché si ricorda quanto è successo pochi mesi fa, quando il governo non ha mantenuto le promesse fatte. Lo sciopero della fame è un mezzo pacifico ma diretto".

Trancassini, come del resto i suoi colleghi, dovranno armarsi di pazienza. Conte, infatti, riferirà in Parlamento il prossimo giovedì sulle misure previste dal Dpcm. Difficilmente, però, il premier farà un passo in dietro. Questa mattina, nel corso di un incontro a palazzo Chigi con rappresentati di categorie, il presidente del Consiglio ha spiegato che "nelle stesse ore in cui lavoravamo alle norme del Dpcm, abbiamo lavorato per far arrivare risorse in tempi record alle categorie penalizzate. Oggi alle 15 abbiamo un Cdm in cui approviamo un decreto con immediate misure di ristoro e indennizzi".

Sezione: Primo Piano / Data: Mer 28 ottobre 2020 alle 20:44 / Fonte: Il Giornale.
Autore: Redazione TuttoPotenza / Twitter: @tuttopotenza
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