Dieci punti in quattro partite. Senza la penalizzazione il Catania sarebbe in vetta alla classifica, in coabitazione con Bari, Teramo e Turris. Un inizio folgorante degli uomini di Giuseppe Raffaele, che conquistano altri tre punti sul campo difficile di Francavilla Fontana. Una vittoria, quella di ieri, che viene conquistata ancora una volta col minimo sforzo. È stato un Catania cattivo e cinico, che dopo la pausa forzata di domenica riprende da dove aveva lasciato. Come contro la Juve Stabia i segnali positivi sono molti, soprattutto sul piano caratteriale, ma attenzione ai campanelli d’allarme: contro Ternana e Bari per conquistare punti occorrerà fare di più.
Le statistiche parlano chiaro: il Catania non prende gol. Gli etnei ne hanno subito uno solo finora, per di più su rigore, dimostrando grande attenzione difensiva. Contro la Virtus Francavilla, però, la porta di Martinez è rimasta inviolata più per le parate dell’estremo difensore che per i meriti della retroguardia. I rossazzurri trovano un inaspettato protagonista nel portiere spagnolo, ma al contempo va registrata l’eccessiva sofferenza della difesa nei primi minuti di gioco. Nessun allarmismo, sia chiaro, ma il match di ieri ci consegna un Catania troppo schiacciato nella propria area. Chiudersi a riccio, però, non sempre può rivelarsi una strategia vincente. Contro squadre di alto bordo sarà sempre sufficiente segnare un solo gol? La Virtus Francavilla, pur orfana di Vazquez e Perez, ha schiacciato i rossazzurri per una buona parte della partita, senza che gli uomini di Raffaele riuscissero a trovare le giuste contromisure. Era la prima volta che il Catania veniva messo sotto, e per i primi 20′ di gara non ha saputo porre resistenza. Questo deve far riflettere per le gare a venire.
Ma gli aspetti positivi non mancano. Innanzitutto gli etnei hanno vinto, e chi vince ha sempre ragione. Inoltre il Giovanni Paolo II è un campo particolare – il più piccolo del calcio professionistico italiano – che penalizza le squadre che sviluppano il proprio gioco in ampiezza, caratteristica predominante del gioco di Raffaele. Nonostante le difficoltà del caso, dunque, l’identità di gioco non manca affatto. Il Catania non si snatura durante le partite, e cerca sempre di proporre la propria idea di gioco. Sarao gioca lontano dalla porta per creare spazi ai compagni, soprattutto agli esterni d’attacco Che, però, finora non hanno inciso. Nelle idee di Raffaele, infatti, sono le ali a dover riempire l’area creando le maggiori occasioni. Emmausso e Biondi sotto questo aspetto devono crescere, ma hanno tutte le potenzialità per sviluppare i movimenti adatti. Una volta risolta questa problematica – senza dimenticare l’inserimento dell’esperto Piccolo – il Catania risulterà più pericoloso.
Gli uomini di Raffaele tornano in Sicilia con tre punti in più, che fanno sempre bene. Vincere aiuta a vincere e gli etnei sanno farlo con la giusta mentalità. Nella vittoria di ieri c’è pure tanta malizia: il rigore conquistato di esperienza da Albertini, le sportellate – spesso ai limiti del regolamento – dei difensori, le punizioni conquistate per prendere metri. Il Catania è una squadra, finalmente, da Serie C. E quando c’è la determinazione, la fortuna spesso accorre in aiuto. Ma non sarà sempre così, ecco perché bisogna migliorare. In attesa di registrare le intese tra il centrocampo e l’attacco, forse ad oggi serve il dinamismo di Welbeck. Il ghanese, infatti, con il suo pressing permette di allentare la pressione sui compagni di difesa.
Tra le questioni extra-campo relative al possibile arrivo di Tacopina, e i buoni risultati ottenuti sul campo, Catania ritrova l’entusiasmo. Saranno settimane determinanti su entrambi i fronti. Se infatti sono giorni decisivi per il cambio di proprietà, allo stesso tempo i rossazzurri si preparano ad affrontare i due big match contro Ternana e Bari. La fiducia a Raffaele dopo questa partenza è d’obbligo, ma i dubbi dopo la partita di ieri restano. Il Catania non può permettersi di soffrire così tanto gli attacchi avversari, facendosi schiacciare per almeno sessanta minuti. Se, infatti, contro Ekuban e Mastropietro può andarti bene, giocare così contro Falletti, Partipilo e Raicevic, solo per citarne alcuni, può essere un grosso rischio.
Autore: Redazione TuttoPotenza / Twitter: @tuttopotenza
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