55 presenze con la maglia del Catania. Il difensore Andrea Esposito si è sempre messo a disposizione della squadra, dando il proprio contributo quando chiamato in causa. Anche lui crede nel sogno Serie B. Adesso però è prioritario che l’Italia, da Nord a Sud, si unisca per ritrovare nel più breve tempo possibile il sorriso smarrito e dimenticare questa triste pagina di storia. Esposito è intervenuto ai microfoni di TuttoCalcioCatania.com mantenendo viva la speranza di portare a termine il campionato.
Andrea, il momento è delicato. Come trascorri il tuo tempo in questi giorni difficili per l’Italia?
“Purtroppo sto trascorrendo il mio tempo in casa, come tutti. Abito in un appartamento e non posso fare granchè. Svolgo gli esercizi che ci ha dato il preparatore, cerchiamo di tenere una forma decente sperando che tutto si risolva prima possibile”.
E’ in forse la ripresa del campionato. Che idea ti sei fatto delle tante ipotesi formulate ultimamente?
“Ci sono varie opzioni. Bisogna attendere l’evolversi della situazione. Ci hanno detto che la proroga sarebbe durata fino al 3 aprile, adesso sembra il 18 ma non credo si stia registrando un miglioramento. Ci sono molte famiglie ed imprenditori in difficoltà, per cui il calcio in questo momento passa in secondo piano. In cuor nostro speriamo che si riprenda al più presto per portare a termine nel migliore dei modi il campionato. Chiuderlo adesso sarebbe un dramma”.
In che misura può incidere questa lunga sosta?
“Sarebbe problematica per tutti. Ho sentito un pò le altre squadre, bene o male sono tutte sulla stessa barca. Chi riesce magari fa qualcosina in più con delle cyclette e lavori maggiormente specifici ma alla ripresa del campionato ci saranno grossi problemi, sarà un torneo a parte per tutti. Penso che bisognerebbe fare una mini preparazione nell’ottica di giocare ogni tre giorni. Sarà difficile anche sostenere dei grossi carichi di lavoro per affrontare un tour de force così estenuante. Noi attraversavamo un buon momento sotto l’aspetto psicofisico, purtroppo questa sosta ci ha frenato un pò. Nell’ultimo periodo affrontavamo le partite con un approccio totalmente diverso ma non abbandoneremo la nuova mentalità che il mister ci ha inculcato”.
Cosa è cambiato nello spogliatoio?
“Ad inizio campionato avevamo un altro allenatore e altri giocatori in organico. Qualcosa è cambiato, non so cosa. Il mister come ho detto prima ci ha trasmesso una mentalità diversa. Forse il fatto di avere una situazione di classifica non ottimale ci ha permesso di proseguire il campionato con meno pressioni, più spensieratezza. Magari prima eravamo più leggerini su alcuni aspetti”.
Quanto è evidente la mano di Lucarelli?
“Lucarelli ha inciso anche sul piano tecnico-tattico. All’inizio ha trovato una situazione non semplice, i risultati fuori casa non arrivavano e tutti quei gol subiti mentalmente hanno influito. Avevamo poca autostima. Poi quando migliorano i risultati è tutto diverso. Rendi di più, scendi in campo con un piglio diverso. Abbiamo cambiato atteggiamento, giocando più accorti e battaglieri, come richiede la categoria”.
Catania forse con meno qualità ma più squadra di categoria adesso?
“Magari abbiamo perso qualcosina qualitativamente, ma secondo me anche negli anni passati il Catania combinava qualità e quantità. La differenza sta nell’atteggiamento adottato, nell’aggressività. Il cambio di mentalità si è concretizzato indipendentemente dagli uomini ed è scattata qualcosa in noi, capendo di avere delle potenzialità diverse rispetto a quelle dimostrate ad inizio anno. Ci ha penalizzato l’avvio di campionato con delle gare fuori casa incommentabili. Quello è stato il problema. A Potenza sono iniziate le difficoltà in campionato. Poi la gara di Coppa, sempre sul campo del Potenza, secondo me ha rappresentato il bivio che ci ha fatto svoltare generando in noi la consapevolezza di potere fare bene con chiunque, anche in trasferta. Il mister ha ragione quando dice che è il gruppo la forza di questo Catania”.
A proposito di gruppo, come state vivendo questo distacco?
“Abbiamo creato un gruppo whatsapp, ci sentiamo quasi ogni giorno per commentare, ridere, mandarci dei video. Siamo sempre a stretto contatto, anche se questa situazione dispiace. Non è bello non poterci vedere e allenare insieme, il campo ci manca perchè è questo il nostro lavoro. E’ un periodo complicato per tutti, speriamo passi presto e di ritrovarci quanto prima a Torre del grifo. Io al momento sono bloccato a Lecce”.
Andrea, hai totalizzato sin qui 55 presenze con la maglia del Catania. Come valuti il tuo percorso?
“Non sono contentissimo perchè so che avrei potuto dare molto di più, ma l’anno scorso sono arrivato da svincolato ad agosto e non ero in condizioni ideali, faccio fatica se non trovo continuità in base al mio fisico. Ma quando chiamato in causa ho sempre dato la mia disponibilità per il Catania e continuo a farlo, sperando di raggiungere l’obiettivo sperato. Ripeto, chiudere il campionato anticipatamente sarebbe una sconfitta per tutti. Vogliamo giocare i play off perchè ci crediamo. Attendiamo le decisioni, il gruppo si è compattato. Nelle difficoltà o molli totalmente e si sfalda tutto, oppure ti compatti completamente e magari riesci a raggiungere qualcosa che sembrava impensabile. Siamo consapevoli delle nostre possibilità, vorremmo provarci. Il nostro sogno è sempre quello di conquistare la B nonostante le numerose difficoltà”.
Cosa pensi della forte crescita di Mbende?
“In questa squadra, sembra retorica ma non è così, sono tutti titolari. Abbiamo calciatori che potrebbero giocare in qualsiasi momento e categoria. Mbende sta facendo benissimo ed è facilitato dall’arrivo di Lucarelli. Siamo molto più accorti, battaglieri, sono contento di questo e Mbende si è inserito positivamente. Avrà sicuramente un grande futuro”.
Focalizziamo l’attenzione sulla tua carriera. Quali ricordi custodisci gelosamente?
“Ce ne sono tanti. Quello rimasto più impresso nella mente è la convocazione in Nazionale insieme a Biagianti e Mascara nello stage con il CT Lippi. Purtroppo io e Marco non siamo riusciti ad esordire ma indossare quella maglia è fantastico, ti trasmette emozioni indescrivibili. Bello anche ricordare i miei trascorsi a Lecce. Ho fatto le giovanili fino ad arrivare all’esordio in prima squadra. Riuscirci con la formazione della mia città è qualcosa di bello, così come il fatto di essere andato a segno in tutte le categorie. La Puglia è la mia terra e ne sono molto legato. Ho fatto anche il grande salto in A. Ricordo quando mister Beretta mi disse di rimanere proprio nel momento in cui ero convinto di andare via e fui titolare in Serie A. Ho realizzato un sogno”.
Hai qualche rammarico?
“Sì che ne ho. Dopo la convocazione in Nazionale sono andato a Genova (sponda genoana, ndr) trovando poco spazio e non è stata la scelta migliore dal punto di vista professionale ma sono contento di quello che ho fatto. La carriera rispecchia il mio valore. Si poteva sempre fare di più, però è inutile pensarci”.
Quale messaggio vuoi mandare ai tifosi?
“Intanto la speranza di ritornare presto alla vita normale. Noi anche all’interno del gruppo ne parliamo, immaginiamo il ritorno allo stadio come ci siamo lasciati. Con i cori sotto la curva ed il giro di campo per salutare la gente. I tifosi penso abbiano capito il nostro impegno e la situazione, anche loro non erano contenti ma alla fine hanno messo davanti a tutto l’amore per i colori rossazzurri escludendo il resto. L’apporto della gente è sempre stato sensazionale. Ci aspettiamo uno stadio pieno ed il ritorno alla vita normale, cosa fondamentale”.
Autore: Redazione TuttoPotenza / Twitter: @tuttopotenza
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